I rifiuti diffondono virus e batteri?

I rifiuti diffondono i virus?

Germi, batteri e virus sono presenti in diverse forme e varianti negli ambienti che ci circondano. Essi non vanno a beneficio della salute dell’essere umano, pertanto da sempre si cerca di studiare soluzioni sempre più efficaci per contrastarne la diffusione.

Dispositivi di protezione individuale, piuttosto che agenti chimici disinfettanti, sono le soluzioni comunemente applicate a contenimento.

Il maggior scenario della storia moderna che ha visto protagonista la diffusione di virus che ha richiesto misure di protezione e prevenzione, è sicuramente quello relativo al COVID-19.

L’ormai nota pericolosità di questo virus ha fatto si che tutti unissero le forze per cercare di contrastare e limitare la sua diffusione.

Alcune aziende si sono applicate per produrre e ottimizzare dispositivi di protezione individuale quali mascherine, occhiali protettivi, guanti o barriere al fine di schermare il virus dal contatto diretto.

Altre aziende hanno invece investito le loro risorse nell’affinazione e produzione di agenti disinfettanti per uso personale, alimentare e in applicazione su superfici a contatto.

Altro metodo in uso da diversi anni per la disinfestazione di ambienti e superfici, è l’applicazione di trattamenti ad ozono in camere chiuse. Esso risulta un metodo efficace per l’eliminazione di virus e germi, con il vantaggio di non essere tossico e nocivo per l’ambiente e l’uomo in quanto non viene rilasciato alcun residuo chimico in aria o in altre forme al termine del processo. In virtù di questa particolare qualità, i trattamenti all’ozono stanno aumentando e ampliando il loro bacino di utilizzo. Si può trovare l’utilizzo di trattamenti all’ozono nel campo alimentare, nel trattamento e cura della persona, fino al campo della disinfezione di superfici e ambienti.

Il suo utilizzo è divenuto sempre più comune. Ad esempio è possibile poter usufruire di un trattamento di sanificazione all’ozono dell’abitacolo della propria vettura quando ci si ferma ad effettuarne il lavaggio della carrozzeria.

E’ sufficiente quindi il modo in cui blocchiamo la diffusione di germi, virus e batteri?

Tutti questi metodi sono efficaci per l’eliminazione diretta e immediata del virus ma l’andamento storico della diffusione del virus stesso ha però anche dimostrato che per quanto ci sia l’attenzione nella prevenzione al fine di evitarla, comunque esso riesce a trovare punti in cui proliferare e diffondersi.

Ci sono posti e superfici in cui virus e batteri si annidano più facilmente, luoghi in cui l’attenzione alla disinfestazione è minore in quanto luoghi remoti non utilizzati e quindi meno soggetti alla nostra attenzione, anche in fase di pulizie.

Per gli agenti virali non ci sono però nostro malgrado superfici sulle quali non sono in grado di arrivare, rischiando così di portarci al loro contatto anche a nostra insaputa.

Sono quei posti o elementi che non vengono ritenuti minacce concrete di diffusione che rischiano di essere loro mal grado veicolo di diffusione.

Quali sono le superfici e gli elementi in cui i virus si annidano pronti a diffondersi ma di cui si tende a dimenticarsene o se ne ignora l’esistenza?

Uno degli elementi che ad esempio si tende a non considerare con le dovute attenzioni, nella lotta alla diffusione dei virus, sono i rifiuti comuni domestici e urbani che vengono prodotti e smaltiti.

Quindi la domanda che sorge spontanea è: i rifiuti diffondono i virus?

Ogni giorno vengono consumate quantità enormi di prodotti per gli usi più svariati, contenuti in involucri da smaltire, i quali vengono gettati nei rifiuti.

Questi involucri nonostante conservino al meglio intatto il contenuto all’interno soprattuto se si tratta di cibo, nella loro superficie esterna, prima di arrivare nelle nostre case, ricevono diversi passaggi di mano e superfici, passando il più delle volte anche diversi stati viaggiando letteralmente per mezzo mondo.

E’ in questi viaggi, scambi e passaggi che avvengono durante i chilometri che lo separano tra la produzione e le nostre case che, l’involucro esterno del nostro prodotto, destinato a diventare un comune rifiuto, ottiene potenzialmente e scientificamente inesorabilmente contaminazione batterica e virale per mezzo dei molteplici contatti con agenti contaminanti.

Poniamo quindi cura nel corretto smaltimento dei rifiuti a seconda del materiale di cui composto ma poniamo la stessa attenzione anche nel capire se il rifiuto più essere in grado di diffondere virus e rendersi pericoloso?

Quell’involucro che ha avuto la cura e l’attenzione di essere sanificato in fase di produzione e che va a perdere quella stessa sterilità durante il viaggio smette quindi di essere considerato nella sua potenziale efficacia come veicolo di diffusione in fase di smaltimento di se stesso come rifiuto.

Possiamo ricordare che l’emergenza Covid inoltre ha costretto le persone, loro malgrado, all’utilizzo di dispositivi di protezione individuale quali mascherine e guanti. Essi una volta conclusa la loro efficacia vengono smaltiti nei comuni cestini dei rifiuti, senza ulteriori preoccupazioni.

E’ bene però considerare che quelle mascherine che abbiamo indossato per proteggerci sono state schermo tra noi il virus e lo hanno loro stesse trattenuto per evitarci il contatto, diventando pertanto esse stesse infette e potenzialmente dannose nel momento in cui vengono gettate via.

Allo stesso modo delle mascherine, ogni imballo o oggetto che viene gettato nel cestino dei rifiuti è stato potenzialmente in precedenza a contatto con virus o batteri.

Sono tali considerazioni a portarci ad affermare che i rifiuti gettati nei cestini sono potenziale veicolo di diffusione dei virus.

Ci può essere quindi trasmissione di virus e batteri durante la raccolta dei rifiuti prodotti?

Lo smaltimento dei rifiuti nei cestini non sempre ha la possibilità di avviene rispettando ed applicando tutte le precauzioni necessarie al fine di evitare contatti e quindi potenziali contagi attraverso essi.

Gli operatori si trovano loro malgrado a diretto contatto con i rifiuti, operando con non più delle stesse mascherine e guanti che vengono già utilizzati nella ormai vita comune, ma non sempre efficaci in maniera ottimale per evitare contagi.

Gli strumenti per la gestione della raccolta differenziata che vengono messi a loro disposizione sono efficaci al fine del corretto smaltimento per tipologia di rifiuto ma non sempre risultano essere efficaci per gestire un contagio virale o batterico.

Il personale incaricato della raccolta dovrebbe poter essere messo nella condizione di poter raccogliere il rifiuto in totale sicurezza ma per poterlo fare ha necessità di maneggiare del materiale opportunamente reso innocuo a livello batterico e virale.

Esiste quindi un modo per rendere i rifiuti contenuti all’interno dei cestini privi di carica virale e quindi sicuri per gli addetti al loro trattamento e smaltimento?

E’ possibile togliere virus e batteri dai rifiuti prodotti?

Trattare il rifiuto, prima di essere gettato, con appositi agenti disinfettanti risulterebbe essere un processo costoso e di difficile applicazione in quanto non fruibile per le utenze domestiche e ad esse assimilabili.

La soluzione più efficace e di facile applicazione per tutti, è quella di trattare e sanificare il rifiuto direttamente all’interno del cestino.

Sanificare il rifiuto contenuto nel cestino significa minori costi nello smaltimento e maggiore sicurezza nel contenimento di esso fino all’eliminazione totale.

Mach1, da anni impegnata nel settore della sicurezza, ha prodotto e brevettato un innovativo cestino porta rifiuti in grado, grazie alla tecnologia brevettata contenuta in esso, di eliminare virus e batteri presenti nei rifiuti depositati al suo interno.

Quali sono i punti di forza a rendere così innovativo il cestino e-vita?

Il contenimento e l’abbattimento di virus e batteri presenti nei rifiuti al suo interno avviene in 4 veloci ed efficaci stadi principali:

  1. Sistema automatico di apertura e chiusura con attivazione a sensori:

L’apertura e la chiusura del cestino avviene in maniera completamente automatica con attivazione del meccanismo a fotocellula; il coperchio si apre con il passaggio senza contatto di una mano davanti alla fotocellula, permettendo così l’introduzione del rifiuto senza dover toccare le superfici del cestino. Una volta depositato il rifiuto, la sua chiusura avviene altrettanto automaticamente come all’apertura.

Assenza di contatto equivale ad una minore diffusione di virus e batteri e riduce la contaminazione delle diverse superfici.

  1. Camera ermetica di contenimento dei rifiuti:

grazie al sistema ermetico a camera chiusa del cestino, i rifiuti in esso depositati vengono isolati completamente dal resto delle superfici della struttura, negando così la possibilità a virus e batteri di diffondersi al di fuori della camera di contenimento dei rifiuti.

L’inaccessibilità del rifiuto dall’esterno ne impedisce un accidentale contatto evitando così ulteriormente il diffondersi di agenti batterici e virali.

  1. Processo di sanificazione a nebulizzazione attiva:

dopo l’introduzione del rifiuto, a chiusura del coperchio avvenuta, ha inizio un primo step di santificazione attiva grazie a molteplici nebulizzatori, installati all’interno della camera di contenimento, con il compito di introdurre agenti disinfettanti con copertura a pioggia dell’intero rifiuto presente in essa.

  1. Fase finale di sanificazione ad Ozono:

una volta terminata la procedura di nebulizzazione, avviene in automatico una successiva fase di ozonizzazione della camera di contenimento dei rifiuti del cestino. Il processo è immediato e sicuro e completa l’eliminazione di virus e batteri che dovessero essere rimasti a seguito della santificazione a nebulizzazione attiva. 

La scelta di applicare un processo ad ozono risiede nella sua comprovata ed elevata efficacia disinfettante, senza essere nocivo e dannoso per l’ambiente e le persone circostanti.

E’ al termine di queste 4 fasi di trattamento che andremo ad ottenere un rifiuto privo di virus e agenti batterici, rendendo il successivo uso del cestino perfettamente sicuro e innocuo all’utilizzatore.

Anche gli addetti allo smaltimento dei rifiuti potranno in tutta sicurezza effettuare le manovre di svuotamento, senza il timore di venire a contatto con agenti dannosi alla loro salute.

Ulteriore vantaggio per l’operatore addetto sarà quello di poter usufruire di ulteriori dotazioni tecnologiche in grado di facilitare la raccolta del sacco contenuto, che si presenterà in uscita dal coperchio pronto per essere raccolto.

Quali sono i luoghi in cui poter collocare questo innovativo dispositivo per trarne maggiore vantaggio?

I campi di applicazione del cestino e-vita di Mach1 sono molteplici e trova sempre soluzione di collocamento grazie alle dimensioni compatte e alle pratiche ruote integrate per favorirne lo spostamento.

Maggiore utilizzo ne viene fatto dal settore medico e farmaceutico, dove essi si trovano a dover smaltire quotidianamente rifiuti pericolosi e dannosi se non correttamente gestiti.

Attualmente i rifiuti medici vengono sigillati all’interno di appositi contenitori di raccolta e trattati come rifiuti speciali. I medici e infermieri che gettano il rifiuto devono fare attenzione con il contatto delle superfici dei contenitori stessi che si rendono infetti per via del rifiuto, necessità do così di appositi dispositivi di protezione individuale per trattarli.

Anche gli operatori addetti alla raccolta necessitano di appropriate protezioni per poter maneggiare tali contenitori e i rifiuti in essi depositati.

Grazie al cestino e-vita i rischi di gestione della raccolta e dello smaltimento vengono eliminati in quanto, una volta introdotti al suo interno, i rifiuti vengono sottoposti all’inedito trattamento di sanificazione che li rende innocui e privi di agenti virali e batterici.

Quali possono essere gli ulteriori luoghi di utilizzo del cestino e-vita?

L’utilizzo del cestino è indicato anche negli uffici, sia pubblici che privati, dove specialmente in questa fase di emergenza dettata dal virus Covid-19, i rifiuti introdotti nei cestino possono essere potenzialmente dannosi e a rischio di contatto con diverse e molteplici persone presenti nelle strutture.

L’applicazione dell’innovativo cestino offre maggiore sicurezza ai dipendenti e alle persone in visita nelle strutture che potranno usufruire di esso con praticità. Gli addetti alle pulizie potranno quindi poi procedere allo svuotamento degli apparati senza avere la preoccupazione di potenziali contagi.

Quale contributo può dare il cestino e-vita nel benessere quotidiano delle persone?

Virus e batteri sono invisibili e difficili da calcolare, il COVID-19 ci ha insegnato che molti di loro non sono da sottovalutare e difficili da affrontare nel momento in cui si presentano.

Un modo efficace per migliorare il benessere è quello di cercare sempre di prevenire la diffusione prima che diventi emergenza.

L’innovativo cestino e-vita di Mach1 colloca un occhio di riguardo alla prevenzione nel settore dei rifiuti domestici e urbani in cui fino ad ora non si era considerato un potenziale rischio ma dove invece studi dimostrano che anche li il rischio contagio è presente e pericoloso.

Grazie ad e-vita è possibile ridurre i rischi a beneficio del benessere delle persone.